“Per sempre” : due parole semplici che profumano di eternità. Un concetto verso cui l’uomo tende pur restandone spesso pietrificato al cospetto. Un sogno che gli amanti ricercano o una condanna che terrorizza chi mente.
Che lo si ricerchi o lo si rifugga il “per sempre” è un ideale che da secoli si è cercato di celebrare e onorare. E tra i modi per dare seguito a questa promessa, il tatuaggio è divenuto col passare del tempo uno dei più diffusi.
Usato per dichiarare la propria appartenenza a una tribù o a un credo religioso, praticato per segnare a vita il colpevole di qualche reato, divenuto simbolo di ribellione, di presa di coscienza o un voto ai moti dell’anima, il tatuaggio si è sviluppato fino a divenire oggi una vera e propria forma d’arte.
Un’arte discussa, spesso boicottata, trascurata o negata. Ma mentre c’è chi discute sui riconoscimenti o le colpe di questa tecnica, chi la pratica stupisce ponendoci spesso di fronte all’innegabile bellezza e maestria nell’esecuzione di alcuni pezzi.
Se il più delle volte il tatuatore esegue un lavoro di copiatura di un disegno fornitogli dal cliente, c’è anche chi sviluppa un proprio stile, dando prova così di non essere solo un eccellente disegnatore ma un artista con la “A” maiuscola, un creativo.
Tra le migliaia di artisti dell’inchiostro nel mondo, ho avuto il piacere di conoscere Lucrezia U .
Lucrezia non è una semplice tatuatrice, ma una vera e propria illustratrice. Il suo stile si rifà ai tatuaggi old school e da lì crea delle illustrazioni che profumano di art nouveau, in bilico tra i ruggenti anni 20 e la modernità. I colori che riesce a riprodurre sono brillanti, carichi di vita e sfumature, che fanno esclamare “Non può essere vero!” o l’esatto contrario “Sembra vero!“. Sì, perché le donnine, che Lucrezia ama tanto disegnare, hanno occhi che pare osservino chi le guarda, parlano e quasi escono dalla pelle di chi ha deciso di portarle addosso “Per Sempre“.
Buona lettura!

Isabel : Quando e come hai iniziato la tua carriera di tatuatrice?
Lucrezia : Non molto tempo fa, in realtà! Sono passati più o meno 5 anni da quando ho iniziato. Diciamo che sono sempre stata attratta dal mondo del tatuaggio, soprattutto a livello di tecnica. Ho sempre disegnato e scarabocchiato e sono rimasta affascinata dalle macchinette per tatuare, perché le vedevo come delle “penne”. Penne particolari, altri strumenti con cui disegnare, che volevo assolutamente provare!
Isa : Hai studiato arte?
Lucrezia : No! Ho fatto il liceo scientifico e successivamente ho frequentato la facoltà di architettura, perché il mio sogno nel cassetto era quello di fare l’architetto. Come regalo di laurea mi feci regalare dai miei amici il kit per tatuare e… Ho iniziato da lì! “Galeotto fu” … (ride)
Isa : “…quel regalo di laurea!”
Lucrezia : Esatto! Credo ci voglia un po’ di incoscienza per tatuare. C’erano persone intorno a me, che credevano nelle mie potenzialità . Si sono offerte come cavie e da lì son partita. Partita nel vero senso della parola! Perché finita la laurea mi sono chiesta “E ora cosa faccio?” . Così, dato che non riesco a star ferma, mi è passato davanti agli occhi il bando per una borsa di studio allo IED e mi sono buttata. Il bando era relativo a un master in Graphic Design e avrei dovuto consegnare il tutto da lì a una settimana. Sono stata contattata dopo poco per fare il colloquio, che avrei potuto fare via Skype o presentandomi di persona. Ho optato per prendere un volo e venire a Milano. Finito il colloquio, non erano passati nemmeno due minuti, che mi hanno richiamata per offrirmi la borsa di studio come tutor, quindi con tutte le spese coperte. Non ci ho pensato due volte! Ho chiamato mia madre in Sardegna e le ho detto “Mamma, da settimana prossima vivrò a Milano!”. Ho iniziato così a studiare grafica e questa opportunità era derivata soprattutto dal fatto, che anche durante gli anni dell’università avevo portato avanti le mie illustrazioni. Nel frattempo anche qui a Milano, tra le persone che conoscevo si era diffusa la voce che tatuavo. Un altro aiuto era derivato dai Social Network, su cui non mi sono mai limitata nel postare i miei lavori e … Mi sono ritrovata qui! Al Roots Tattoo Shop!
Isa : Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito allo sdoganamento del tatuaggio. Ormai un’alta fetta della popolazione, soprattutto i giovani, ha uno o più tatuaggi. Da tatuatrice come hai vissuto questo processo? Quali sono i pro e i contro?
Lucrezia : Forse ci sono più contro! Soprattutto per le donne. Perché la donna tatuata è ancora vista come una ragazza facile, una ragazza che non sarà mai una brava madre.
Isa : Non è certo una risposta scontata questa . Ma è una sensazione che hai avuto soprattutto in Sardegna o anche qui a Milano?
Lucrezia : Paradossalmente l’ho avvertita soprattutto qui a Milano! Non lo diresti mai, vero? Siamo tutti pronti a pensare, che avvertirlo in Sardegna…ci possa anche stare. Invece l’ho avvertita a Milano, che dovrebbe essere una città moderna e quindi lontana da questo genere di bigottismo. “Sei tatuata?”, “Sicuramente sei una facile”. “Sei tatuata?”, “Sarà certamente bello stare con te, ma non sei la persona con cui passerò la vita o con cui avrò dei figli”. Ho una mia amica giornalista, molto brava, che si occupava di tatuaggi e che ha dovuto allontanarsi dall’ambiente, perché non veniva presa sul serio. Dottoresse, infermiere, devono tatuarsi in punti del corpo nascosti o rischiano di non essere prese sul serio sul lavoro. Assurdo! Io penso anzi che se sei tatuata vuol dire che sei una persona responsabile, consapevole. Perché tatuarsi è una presa di coscienza : sei consapevole e decisa della scelta fatta.
Certo, per me che tatuo questa diffusione del tatuaggio è positiva a livello di fatturato. Ma per la società, no. Non ancora. Un uomo, un papà tatuato ci sta. Ma una donna, una mamma tatuata che va a prendere i figli a scuola, viene ancora guardata come figura genitoriale negativa. E lo dico riportando commenti ricevuti da mie clienti.
Isa : Tatuare una persona vuol dire imprimere sulla sua pelle una propria opera d’arte. Ma la pelle non è un foglio, che può essere cancellato o buttato e quel disegno, si spera, resterà su quella persona per tutta la vita. Che emozioni provi a pensare a questo?
Lucrezia : La responsabilità è tanta. E come dicevo prima ci vuole un po’ di incoscienza, perché tutti possono sbagliare. L’incoscienza ti porta a non bloccarti, ti porta avanti. Quello che dico a tutti è che se il disegno è tuo, è nato dalla tua mente, dal tuo cuore e dal tuo occhio all’errore c’è rimedio. Quando tatui segui una traccia, che si può anche cancellare. Ma se nella mia testa quella traccia è chiara, non ne ho bisogno. I difetti invece, che nel tempo possono insorgere per una questione di reazione della pelle, quelli sono imprevedibili. Vanno affrontati di volta in volta. Si cerca di porre rimedio anche a quelli!
Isa : Tra le immagini che configurano il tuo stile ci sono degli abbracci. Abbracci mancati, desiderati. Quando hai realizzato per la prima volta quel tipo di illustrazione ?
Lucrezia : Disegnare per me è sempre stato uno sfogo. Il primissimo abbraccio era un abbraccio completo, c’era anche l’altra persona. Nel momento in cui questa persona se n’è andata, per sfogarmi, l’ho tolta dal disegno. Però il desiderio di quella persona era rimasto, così ne sono rimaste solo le linee di contorno, come un’assenza – presenza. Ecco come sono nati i miei abbracci. E appena l’ho condiviso sui social, i social sono impazziti!
Isa : Hai scoperto quante persone avevano nel cuore un abbraccio mancato …
Lucrezia : Esatto. Ed è stato interpretato in molti modi diversi. C’è chi se l’è tatuato in memoria di una persona che non c’è più o mie clienti, che lo hanno tatuato in memoria di una presenza maschile che non c’è mai stata o che si spera arriverà. Tante reazioni diverse e tutte profonde e bellissime, che mi hanno anche portata a interrogarmi sui rapporti umani . Alla fine tutto conduce lì. E le donne ancora una volta mi hanno stupita, perché mentre mi raccontavano la loro storia, per giustificarmi la loro scelta, hanno dato prova tutte di grande sensibilità e maturità. Straordinarie!

Isa : Uno dei dettagli che più mi colpiscono dei tuoi lavori sono gli occhi. Gli occhi dei tuoi soggetti sembrano vivi, sono intensi e profondi. Ne deduco che tu presti molta attenzione agli occhi anche e soprattutto fuori dal disegno.
Lucrezia : Gli occhi sono molto importanti. Quando devo tatuare una delle mie donnine chiedo al cliente “Cosa vuoi che ti trasmetta?”, perché uno sguardo vale più di mille parole. A ogni modo non ho studiato disegno, quindi non ho studiato l’uso della luce nello sguardo. Mi vengono, così! E mi fa piacere che tu abbia notato la vita in loro, grazie! Pensa, che quando mi chiedono di disegnare una donnina con gli occhi chiusi, seppur adori le mie donnine sognanti…mi sento come se mancasse loro un pezzo.
Isa : E nei tuoi occhi? Cosa vorresti che percepiscano le persone nel tuo sguardo?
Lucrezia : Oh mamma…non saprei! (ride) Spero che trovino una persona di cui si possono fidare, con la quale scherzare, ma anche parlare di cose serie. Spesso questi lettini diventano quasi lettini di uno psicologo. Non c’è solo l’azione e il lavoro di tatuatore, ma nel mentre si chiacchiera, si crea un legame, un rapporto umano. Ed è una parte bellissima di questo lavoro, che me lo fa amare ancora di più .
Isa : Il tatuaggio nasce come simbolo. Nell’antichità ci si tatuava per dimostrare l’appartenenza a una tribù, a un credo religioso… I primi tatuaggi era simboli legati quindi alle tradizioni, alle credenze, alla terra. Tu hai una serie di tatuaggi che è appunto legata alla tua terra, la Sardegna. Com’è nata l’idea di questa serie di disegni?
Lucrezia : Torniamo indietro all’università, dove feci un laboratorio di progettazione museale e dove ci diedero come compito l’allestimento di un’esposizione sull’artigianato sardo. Se devi progettare qualcosa, qual è il primo step? Informarti su ciò che devi esporre. Alghero è l’unica città sarda che non ha un proprio costume, non ha i propri gioielli, i propri amuleti, quindi per me era un mondo sconosciuto. Grazie al mio professore, che riuscì a trasmetterci l’entusiasmo e l’amore per il nostro artigianato, iniziai a scoprire molte cose sui nostri gioielli. Da quel momento, essendone rimasta affascinata, ho iniziato nelle illustrazioni delle mie donnine a usarli per decorare e completare i disegni e da lì sono diventati una linea a parte. Anche se vogliamo con un significato funzionale : li hai sempre con te, non puoi perderli!
Isa : Tatuaggio con un significato o tatuaggio decorativo?
Lucrezia : Entrambi. Quelli che non ci stanno sono i tatuaggi per moda! Il tatuaggio è una tecnica estetica, quindi ci sta che il tatuaggio divenga puramente decorativo, perché può così aiutarti ad accettare parti del tuo corpo, che non ti piacciono. Spesso ci sono mie clienti, che non vogliono tatuarsi determinate parti del corpo, perché non piacciono. Io a quel punto dico loro “Proprio perché non ti piace devi farlo!” . Perché a quel punto inizierai a vedere quella parte di te come bella. Io l’ho fatto per la mia schiena! Non mi piaceva vedermi in foto presa da dietro, perché la mia schiena non mi piaceva affatto. L’ho tatuata e ora mi piace guardarla.
L’importante è che il tatuaggio nasca su misura della persona, per la persona. Deve nascere da un desiderio o un’esigenza profondi. Solo allora ha senso e solo allora sai che lo porterai con te per tutta la vita.